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Marsilio e D’Amico a confronto con Confartigianato Abruzzo



Pescara, 25 febbraio – Si è conclusa ieri, nella sede di Confartigianato Imprese Abruzzo a Pescara, la due giorni dedicata agli incontri tra i vertici regionali dell’associazione dell’artigianato e i due candidati alla presidenza della Regione Abruzzo.

Al doppio confronto (il 23 febbraio con Marco Marsilio e il 24 febbraio con Luciano D’Amico) hanno preso parte i massimi esponenti della Federazione regionale, insieme ai segretari e i presidenti delle Territoriali di Confartigianato Avezzano, Confartigianato Chieti-L’Aquila, Confartigianato Pescara e Confartigianato Teramo, ed alcuni rappresentanti del mondo dell’impresa.


Le risposte di Luciano D’Amico:


LAVORO E SPOPOLAMENTO

“Al primo punto del nostro programma c’è la creazione di posti di lavoro e più in generale, quindi, il rilancio dell’economia della Regione, anche per bloccare l’emorragia di abruzzesi che abbandonano il territorio. In tal senso è importante anche favorire una crescita del tasso di natalità, garantendo alle giovani coppie una prospettiva di vita che preveda un lavoro e una casa”.

COMMERCIO E ARTIGIANATO

“La scelta dei modelli economici seguita finora è stata errata: non sono stati pensati per la realtà abruzzese, ma sono stati seguiti schemi di produzione fordista, ai quali la nostra tradizione è estranea. Basti pensare alla standardizzazione del commercio, creata dai centri commerciali. Noi invece abbiamo bisogno di riscoprire i nostri punti di forza e seguire le tradizioni artigiane. In questo senso la Regione può fare molto, soprattutto con la formazione, in linea con il modello tedesco che ha saputo arginare il crescente fenomeno del mismatch tra domanda e offerta di lavoro: in Germania, quando si decide di puntare sull’innovazione tecnologica, su un nuovo prodotto o su un nuovo modello, con qualche anno di anticipo, si va prima nelle imprese, nelle scuole e nelle università. Occorre anche sostenere il ricambio generazionale delle imprese attraverso incentivi alla digitalizzazione e alla sostenibilità delle attività produttive e artigiane”.

CREDITO

“La Regione può fare molto anche sulla facilitazione dell’accesso al credito per le piccole imprese, perché rispetto al sistema bancario ha paletti meno rigidi e lo strumento più idoneo è certamente quello dei confidi”.

TURISMO E INFRASTRUTTURE

“Manca una politica sistemica, una visione strategica di sviluppo dell’intero settore turistico. Inoltre bisogna assegnare alle partecipate regionali una visione strategica su cosa realizzare: ben vengano i voli verso Bucarest e Tirana, ma sono città dalle quali non proviene un significativo flusso turistico. Occorre invece che la partecipata regionale si occupi anche di individuare i luoghi dai quali provengano i flussi turistici maggiori e dobbiamo chiedere, sempre alla partecipata, di stabilire un accordo con compagnie internazionali per voli di fine raggio da realizzare con un biglietto unico”.